Fabio Luisi e Raffaele Pe fra i 35 personaggi dell’anno scelti dal mensile “Classic Voice”
26 Dicembre 2018Capodanno. L’ordinanza e i divieti per la notte del 31
27 Dicembre 2018Grande successo per l’iniziativa indipendente organizzata da Upward con la collaborazione di alcuni bar della città. In occasione delle festività natalizie infatti i numerosissimi emigrati martinesi di ritorno in città, hanno trovato ad accoglierli la simbolica bandiera Europea proprio nei bar, luogo di quotidianità e convivialità. L’idea, come racconta un volantino che descrive l’iniziativa, è quella di affermare l’idea che casa è Martina Franca ma allo stesso tempo l’Europa, fornendo magari occasione ai cittadini di gustare un buon caffè o un cocktail chiacchierando di futuro e d’Europa.
La bandiera europea, con 12 stelle dorate su sfondo blu, è stata issata la prima volta a Bruxelles davanti al palazzo della Commissione Europea il 29 maggio 1986.
Da allora rappresenta non solo il simbolo dell’Unione Europea in quanto istituzione ma è il simbolo di unità e identità .
L’avv. Maria Trivisano, addetto stampa dell’Associazione Upward esprime soddisfazione per l’ottima riuscita della manifestazione “Ci teniamo a ringraziare le attività che con entusiasmo hanno sostenuto questa nostra iniziativa, che ha trovato favorevole riscontro anche presso gli Uffici del Parlamento Europeo in Italia. La bandiera Europea rappresenta ciò che siamo, la sua funzione è l’appendice di un’azione più profonda; da mero rimando a, il simbolo diviene ciò che. Esporre la bandiera europea è un segno di una società che ripudia la guerra e il nazionalismo. E’ un segno di una società che non si chiude nelle sue paure, ma crede in un progetto per il futuro. E’ un segno di una società che rifiuta la discriminazione, il razzismo e ogni forma di intolleranza.”
I ragazzi dell’Associazione Upward in questi giorni hanno frequentato tutti i luoghi in cui era esposta la bandiera ed hanno chiacchierato con gli avventori dei vari locali, cercando di percepire quanto è l’attaccamento della popolazione martinese verso l’Unione e se tale senso è cresciuto negli ultimi anni, al fine di verificare se si è realizzata una vera identità europea nella quale tutti gli europei si sentono di appartenere.
Dalle parole del segretario Francesco Caroli il quadro appare piuttosto positivo. “Abbiamo cercato un modo per porre l’attenzione del tema Europa tra la gente, tra i giovani e giovanissimi. Per questo abbiamo scelto proprio i bar come luoghi d’aggregazione e incontro. In maniera completamente indipendente e senza alcun aiuto noi, semplici cittadini associati, abbiamo voluto accogliere in modo cosi originale i nostri compaesani. L’Europa è la culla della nostra cultura occidentale ed è la nostra casa, anche se, come tutte le case, adesso ha bisogno di grande ristrutturazione ma anche di cura e passione. Una grande casa che nei prossimi anni ci proteggerà dall’avvento delle nuove superpotenze mondiali che si affiancheranno allo storico monopolio statunitense. I giovani hanno una buona immagine dell’Unione Europea ma troppo spesso danno per scontato il primo grande beneficio di questa istituzione: oltre 60 anni di pace, cosa che non era mai avvenuta nella storia. Purtroppo il senso di lontananza del tema è dovuto alla scarsa formazione che si riceve nelle scuole e al disinteresse dei politici locali ai grandi temi”.
Anche dalle parole di Michela Pignatelli, vicepresidente di Upward, la due giorni di sensibilizzazione al sentimento europeo è motivo di pregio per la città: “Siamo felici, da giovani, di metterci al servizio di altri giovani che si sentono lontani dall’Unione e dai suoi valori. Camminare per il centro, entrare nei luoghi frequentati dai ragazzi e vedere un simbolo cosi importante, li con noi, ci rende cittadini orgogliosi e consapevoli che anche noi possiamo dare un contributo concreto per costruire gli “Stati Uniti d’Europa” auspicati nel “Manifesto di Ventotene” di Altiero Spinelli”.
L’Unione Europea è ancora un’entità giovane ed ancora molti passi in avanti devono essere fatti, per diffondere un senso di appartenenza, per creare l’identità europea, quella per cui i padri fondatori ci hanno dato l’assetto istituzionale finalizzato alla presa di decisioni comuni.
“Vedere un’Europa unita dove prevalga la collaborazione e cooperazione tra i Paesi e i popoli, questo è il mio desiderio” questa è la voce più bella tra tutte quelle che si sono susseguite in questa due giorni. A proferirle un uomo di mezza età, uno di quelli che l’Europa l’ha vista nascere e crescere accanto a lui un ragazzo, uno di quelli che probabilmente ha già viaggiato per l’Europa, o che è prossimo a farlo.
Martina è casa, Martina è Europa!