Arriva “Note d’inverno” la rassegna di Eventus e del Caffè D’Aversa
17 Novembre 2011Basket serie D. Il Martina oltrepassa il Monteroni e ritorna in vetta
20 Novembre 2011Incassa una fiducia plebiscitaria al Senato il governo Monti ed è pronto per mettersi al lavoro. Non si tratta semplicemente di mettere a profitto quella “luna di miele” che tradizionalmente accompagna i nuovi esecutivi, quanto di tamponare l’emergenza con misure che comincino a disegnare risposte strutturali, per quanto di pertinenza dell’Italia, al complesso processo di ristrutturazione che è in atto su scala mondiale. Chi deve cominciare a pagare il conto di questa crisi, atteso che non si può rimediare con il classico sistema delle successive bolle speculative?
Proprio perché la risposta a questa domanda strutturale è legata all’evoluzione dei rapporti di forza economici e politici tra le grandi aree (basta guardare il recente vertice Usa-Pacifico) e, all’interno di queste, tra i sistemi-Paese, l’Italia, nel suo piccolo, ma anche per il suo rango, deve esserci. Per questo è necessaria quella “coesione” di cui tanto si è detto nel corso di questa crisi.
Riuscirci implica la “responsabilità” e la disponibilità di tutti ai “sacrifici”, altre parole chiave sovente ripetute. L’Italia, il sistema politico italiano, è sempre stato un contenitore di un’infinita e variegata pluralità di interessi, di posizioni, di soggetti. Il pluralismo può essere centrifugo o centripeto, frammentato o invece cooperativo. Nel primo caso distrugge energie, nel secondo le moltiplica. Siccome siamo un popolo sorprendente e creativo, i cicli, le fasi del pluralismo si susseguono veloci e imprevedibili, spesso legate al contesto internazionale.
Di qui la finestra di opportunità per il governo Monti e insieme la sfida che può raccogliere. Parlando chiaro agli italiani si può tradurre la fiducia nei numeri parlamentari in un’iniezione di fiducia per il Paese tutto, che non solo ne ha bisogno, ma anche la desidera.
A partire dai giovani: sono il segno evidente delle tante energie e, dunque, delle ricchezze che ci sono, ma sono a rischio. Se cominciano anzitempo a scoraggiarsi – e le statistiche parlano di uno su cinque che è assolutamente fermo – ci manca il propellente per ricominciare a crescere. Per questo di qui bisogna partire e qui bisognerà senza dubbio arrivare, con rigore, serietà e serenità, gli atteggiamenti giusti per un passaggio molto delicato e molto importante.
Agensir