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per capire meglio la mia essenza” è stato salutato con il testo di questa canzone di Franco Battiato S.E. Mons. Filippo Santoro nella sua visita al Liceo Tito Livio di Martina Franca.
Per il nuovo Arcivescovo di Taranto la scuola rimane oggetto di particolare attenzione.
L’appuntamento è stato curato dai docenti Prof.ssa Maria Giovanna Chialà e Don Luigi De Giorgio, con la partecipazione del Vicario foraneo Don Luigi Angelini. Mons. Santoro ha ricordato pubblicamente la sua esperienza di fede.
“È bastato un sì – ha detto – per partire alla volta del Brasile. È bastato un altro sì per tornare, destinazione Taranto”. Due momenti decisivi per la vita di monsignor Filippo Santoro, uno tra i principali costituenti del movimento di Comunione e Liberazione in Puglia. Era il 1984 quando don Luigi Giussani gli propose di andare in Brasile per rispondere a una richiesta dell’arcivescovo di Rio de Janeiro. Ora, a 27 anni da quel primo sì, dopo essere diventato vescovo diocesano di Petrópolis, dopo essere stato animatore di pastorali dedicate ai cattolici in politica, all’educazione e all’insegnamento religioso, ha fatto il suo ritorno in Italia. E ancora una volta dopo avere accettato una proposta, quella di papa Benedetto XVI che lo ha nominato arcivescovo di Taranto.
La visita si è organizzata in due momenti: il primo si è svolto presso la sezione scientifica del Liceo martinese, il secondo alla sezione classica.
“Forever young I wanna be Forevery young” è stata la frase della celebre canzone di Jay – Z con la quale gli studenti dello “Scientifico” hanno voluto salutare musicalmente Sua Eccellenza, non prima di aver aperto un breve momento di confronto fatto di domande e interrogativi. Si è parlato di ragione affettiva e ragione scientifica, da sempre in un rapporto dicotomico che nella fede, per i cattolici, trova il suo punto di sintesi. Alla base del discorso è emerso il pensiero che è tratto distintivo del movimento di Comunione e Liberazione, di cui Mons. Santoro è autorevole punto di riferimento, secondo cui non si può seguire la fede da soli, ma bisogna stare insieme alle persone.
“Tornando qui – ha detto Monsignore, riferendosi alla Puglia – ritrovo tanti amici e tra questi amici ci siete voi”.
“Dio lo vediamo nelle persone, ed è una cosa splendida”, ha detto Filippo Santoro agli studenti del “Classico”, ricordando la chiamata del Signore e il suo invito “Vieni e seguimi”. Si è soffermato sulle esperienze di fede vissute nella intimità di ognuno e nella soggettività dell’individuo, “la consapevolezza della fede – ha detto – non si vive nelle parrocchie, ma nella vita di tutti i giorni”.
Parole cariche di emozione quelle della Prof.ssa Maria Nigri, la quale ha ricordato che “Essere insegnanti significa in qualche modo essere missionari”.
Ottavio Cristofaro