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11 Aprile 2012TARANTO – Un’inchiesta sulla processione dei “Misteri” a Taranto. Francesco Casula, giovane giornalista della Città Vecchia, “sacrifica” gli affascinanti simboli della Settimana Santa, componenti indispensabili della letteratura religiosa tarantina del periodo pasquale, per un dubbio storico: perchè la processione dei Sacri Misteri, una tra le più antiche e suggestive del mondo, fu spostata, dal 1966, dal Borgo Antico alla Citta Nuova? E’ l’interrogativo su cui ruota “Quei Misteri della città vecchia…”, video-inchiesta pubblicata in formato dvd per la HD Media & Image Soluzioni Creative, in collaborazione con Giuseppe Carucci, direttore della fotografia, Gigi Piepoli, operatore di macchina e di Stefano Spinelli alle prese con il montaggio. La storia ripercorre le fasi di una Taranto che non c’è più. L’autore e regista trae spunto dai versi di una poesia di Roberto Resta (“Mamma Carmelè”): una donna affacciata al balcone, tra i vicoli del Borgo Antico, aspetta invano la processione dei Sacri Misteri. Che da lì non passerà mai più. Causa una decisione della Confraternita del Carmine, “proprietaria” delle statue che simboleggiano la Passione di Gesù, datata 3 febbraio 1967.
Nel filmato, anche il contributo di personaggi di lustro come don Marco Gerardo, commissario arcivescovile e padre spirituale dell’Arciconfraternita del Carmine, Antonello Papalia, venticinquesimo Priore della stessa Confraternita, Pietro Massafra, direttore della Scorpione Editrice, Antonio Biella, ex direttore del Corriere del Giorno, Giovanni Guarino, autore e attore della compagnia Crest di Taranto e Cosimo D’Andria, decano dei militicoltori. Casula ha scavato negli archivi storici per descrivere, in una sorta di giallo, una storia che vuole fuggire dai luoghi comuni atti a demolire i profumi che solo in quello scorcio di vita, accanto al mare, si possono assaporare.
Come è nata l’idea di fare un’inchiesta sulla processione dei Misteri?
“Tutto è partito tre anni fa, quando Roberto Resta, mio padre putativo della Confraternita, mi fece leggere una poesia dialettale di Mario Specchia (“Mamma Carmelè”), che raccontava di una donna seduta su un balcone della Città Vecchia, nella notte tra Venerdì e Sabato Santo, che aspettava il passaggio della processione dei Misteri. Fino a quel 1966, “i Misteri”, attraversavano proprio i vicoli suggestivi della Città Vecchia. L’allora Priore della Confraternita del Carmine, Petro Piangiolini, già Comandante dei Vigili Urbani, decise, qualche mese prima, di trasferire la funzione religiosa in Città Nuova. Dalla strada, un uomo consiglia alla donna di rientrare in casa, presentandosi: “Io sono il progresso”. Questa immagine mi ha lasciato abbastanza perplesso. Da qui l’idea dell’inchiesta. In questo lavoro di ricerca, durato tre anni, ho riportato alla luce cose già note. Il Ponte Punta Penna non esisteva, il traffico dovuto alle processioni immobilizzava la città antica creando “panico” tra la gente. A questo si deve aggiungere il quadro sociale. In quegli anni di profondo mutamento, nel pieno della industrializzazione di Taranto, si spezzano i legami col passato. Come descrisse Walter Tobagi sul Corriere della Sera, i contadini della provincia diventarono metalmezzadri, i pescatori divennero operai. Insomma, la città era in fase di trasformazione. Il mio obiettivo è quello di usare la Settimana Santa come uno strumento per raccontare la Taranto di ieri e di oggi.”
La curiosità di un giovane giornalista trasportato dall’amore spasmodico per la Città Vecchia…
“Io sono nato e vivo tuttora nella parte antica di Taranto. Mi sento particolarmente legato a questo posto. Si vive in simbiosi, si è parte integrante. Fuori dalla professione di giornalista, mi sono chiesto quanto fossimo stati scippati della Città Vecchia. La presenza di due Cattedrali e il tragico crollo di Vico Reale del 1975 sono due punti cardini che hanno favorito l’ esodo e decretato la morte dell’Isola.”
Gli abitanti del Borgo Antico sentono ancora la mancanza della processione?
“Non credo. I tarantini hanno la predisposizione a dimenticare. Solo quello che succede immediatamente fa notizia. Dal giorno dopo tutto scompare. Oggi come ieri. Quando la Confraternita decise di spostare la processione, susseguirono proteste. Tutto si placò dopo lo svolgimento dell’evento religioso. Tutto incredibilmente e immediatamente svanito.”
In questo dvd ti sei avvalso delle testimonianze di personaggi tarantini importanti. Perchè la tua scelta è ricaduta proprio su questi nomi?
“Questo è un lavoro ideato per i tarantini. Abbiamo cercato di dare spazio a tutte le voci autorevoli di Taranto per raccontare la storia da diversi punti di vista. Dai mitilicoltori agli intellettuali fino ai vertici attuali della Confraternita. Durante i sei mesi di produzione sono stati determinanti gli apporti di Peppe Carucci, Stefano Spinelli e Gigi Piepoli.”
Il lavoro è stato presentato nella casa dei Confratelli, la chiesa di Maria Santissima del Monte Carmelo di Taranto , quali emozioni hai provato?
“Ero visibilmente emozionato. Il dvd è uscito dopo tre anni di ricerca. Nella stessa chiesa ho già presentato, lo scorso anno, il libro fotografico di Giuseppe Carucci. Gli consigliai di stare tranquillo. Durante la mia “prima”, invece, ero teso all’inverosimile, nonostante avessi anche esperienze televisive. Per la prima volta ho appuntato il discorso. Seduti sulle panche della Parrocchia, quella sera, c’erano anche mio padre e mia madre, a cui il film è dedicato, testimoni e custodi di valori eterni. Se amo la città Vecchia è grazie a loro. “
Quanto è stato difficile raccogliere la documentazione?
Trovare il tempo per questo lavoro e cercare di renderlo commestibile e fruibile sono state le difficoltà maggiori che ho incontrato. Arrivare a sfogliare i giornali dell’epoca o gli atti, invece, è stato compito agevole grazie alla collaborazione del personale dell’ emeroteca di Taranto e del segretario della Congrega del Carmine, Francesco Tamburrini, che si è tuffato “fisicamente” negli archivi. Ho avuto massima collaborazione da tutti.”
Da Confratello, quali emozioni hai provato nel rivedere il dvd?
“All’inizio ero particolarmente dubbioso. Nel dvd non ci sono “nazzicate” o particolari dell’abito, tutti “tecnicismi” che piacciono ai confratelli. Anche se devo ammettere che qualcuno di loro ha già visto la “pellicola” restituendomi riscontri eccezionali. Segno che il messaggio è arrivato: questo non è un lavoro per i confratelli ma per i tarantini. Da abitanti di questa città, le anime incappucciate, a loro volta, hanno colto appieno il significato di questo lavoro. Quando ho rivisto il film, dopo averlo diretto, non ho saputo dare un giudizio attendibile. Dopo tanta fatica, non ne avevo più la lucidità. Mi auguro solo che nasca un piccolo seme che sbocci nella curiosità di chi volesse rivisitare la storia della Taranto di quegli anni. Un percorso di riappropriazione della memoria. Il mio intento non è di lanciare grandi idee o progetti, ma auspicare nella presa di coscienza di quello che abbiamo e che purtroppo, forse, ci siamo fatti scappare.”
Questo dvd lascia un mistero. Perchè la processione è stata spostata?
“Il motivo ufficiale è dato dalla Confraternita: le condizioni malsane in cui versava la Città Vecchia. Vorrei, da giornalista, evitare di esprimere l’ idea personale. “
L’inchiesta continua…
” L’inchiesta e la ricerca non finiscono mai. L’insegnamento è dello studioso tarantino Nicola Caputo, da cui ho appreso anche l’amore che spinge a cercare. La motivazione del trasloco della Processione poteva davvero essere legata al traffico? O forse sarebbe servita per placare le polemiche legate a quella ufficiosa? Allo spettatore l’ardua sentenza.”
Stai già pensando al volume 2 di “Quei Misteri in Città Vecchia…”?
“Direi di no. E’ stato un lavoro difficilissimo. Adesso prendo un po’ di pausa. La speranza è che qualcun’ altro si cimenti in queste argomentazioni per darne seguito. Quando lavoro è stato prodotto per raggiunge un obiettivo comune: cercare di offrire sempre spunti per riscoprire la verità. L’importante è continuare a raccontare.”
Gianni Spada
(Fibrillazioni)