Oggi due concerti della Fondazione Paolo Grassi
29 Dicembre 2018Oggi il “GazzettaDay”, il giorno dei lettori: una battaglia per la libertà di stampa
29 Dicembre 2018“Si sono fatti il segno della croce, ma si sono cecati gli occhi”. Recita così il detto popolare ed è più o meno quello che è successo ieri all’opposizione che nel corso della seduta del Consiglio comunale di ieri ha protestato dopo aver chiesto lo stralcio di due punti all’ordine del giorno. “In conferenza dei capigruppo avevamo preso degli accordi diversi – urlano dai banchi dell’opposizione – questa maggioranza è scorretta”.
Per protesta, quindi, hanno abbandonato i lavori del Consiglio comunale, ma di fatto hanno lasciato campo libero alla maggioranza che ha potuto affrontare in tutta tranquillità i 4 punti riportati nell’ordine del giorno.
Una maggioranza in quanto tale infatti, avrà sempre dalla sua parte i numeri per deliberare, altrimenti non sarebbe tale, ruolo dell’opposizione invece è quello di mettere in evidenza le criticità e contestare le inefficienze. E ieri di contestazioni se ne sarebbero potute fare davvero tante.
Il documento strategico del commercio che riguarda gli esercizi di somministrazione bevande e alimenti all’art. 19 stabilisce in che modo verranno rilasciate le autorizzazioni per le nuove aperture e definisce una griglia con una serie di criteri di qualità a cui è attribuito uno specifico punteggio. Bisognerà ottenere un punteggio minimo previsto di 50 punti per aprire una nuova attività. Ma i cosiddetti criteri di qualità definiti dall’Amministrazione comunale sono davvero singolari. Il più singolare di tutti, a cui è attribuito un punteggio pari a 7 è la “disponibilità di parcheggio privato per i clienti, di superficie equivalente alla superficie di somministrazione, posto non oltre 50 metri lineari sul percorso pedonale più breve”.
Poniamo un esempio: un esercizio di somministrazione all’interno del centro storico otterrà 7 punti se nel raggio di 50 metri andrà ad affittare un altro locale per il parcheggio dei clienti. Spieghiamo ancora meglio facendo un esempio. Un titolare di un esercizio di 50 mq dovrà affittare un altro locale di 50 mq al di fuori delle mura del centro storico da destinare a parcheggio per i clienti. In pratica il cliente dovrà farsi dare le chiavi dell’auto-rimessa, oppure il titolare dovrà predisporre una risorsa umana per la gestione del mini parcheggio che essendo di 50 mq potrà ospitare due, più verosimilmente una sola auto per non parcheggiarle una dietro l’altra. Ovviamente dovrà dotarsi pure di apposito passo carrabile, sennò si rischia di restare bloccati.
Sembra strano, ma l’hanno pensata davvero e l’anno pure scritta nel regolamento.
Altri 7 punti, invece, per le attività che si doteranno di un altro locale per la conservazione, il magazzinaggio e lo stoccaggio delle derrate alimentari, di superficie non inferiore al 15% della superficie totale dell’immobile. Ulteriori 15 punti per le attività che si doteranno di area interna per la raccolta differenziata e 5 punti per l’accessibilità alla totalità dei locali da parte dei soggetti diversamente abili.
È evidente come il provvedimento non recepisca per nulla le caratteristiche del centro storico martinese, a meno che non sia da interpretarsi come un chiaro segnale politico di disincentivo nei confronti delle nuove aperture di attività.
Altrettanto singolare è il regolamento per la disciplina degli impianti di pubblicità o propaganda e degli altri mezzi pubblicitari sulle strade e sulle aree pubbliche o di uso pubblico.
Per esempio all’art. 7 comma 3 del regolamento 8 (lettera b e lettera c), in riferimento ai camion vela pubblicitari, c’è scritto letteralmente “è ammessa la sosta e/o fermata massima di un’ora con disco orario e comunque la stessa non è consentita davanti o in prossimità di attività diverse da quella pubblicizzata”. Cosa vuol dire? Che si tratta di un errore di costruzione della frase, oppure ogni commerciante potrà avere la propria vela pubblicitaria davanti alla sua attività?
o.cri.