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18 Dicembre 2015“Informare, allertare e interagire” sono le parole d’ordine dell’assetto ‘smart’ con cui la Regione Puglia intende gestire il settore della protezione civile “attraverso azioni multisettoriali e capillari, mirate all’analisi del territorio per conoscere su quali rischi intervenire con la prevenzione”. Il nuovo approccio è contenuto nel progetto ‘Protezione civile smart Puglia’, presentato a Bari, tra gli altri, dal consigliere regionale con delega alla Protezione civile, Ruggiero Mennea, dal capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, e dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
Mennea ha sottolineato che “questa è una regione esposta a tutti i tipi di rischio”, tra cui quelli “sismico, idrogeologico e idraulico”. Per questo, ha aggiunto, “sono necessari interventi multisettoriali che mettano in sicurezza il territorio, coinvolgendo tutti gli ordini professionali, ma anche attraverso una campagna di informazione che faccia sentire i cittadini protagonisti”. Perciò è stata ideata una applicazione che consentirà di allertare immediatamente i cittadini in caso di pericolo e che permetterà loro di segnalare eventuali emergenze. Tra gli obiettivi di ‘Protezione civile smart Puglia’, realizzato in collaborazione con l’associazione dei Comuni (Anci) pugliesi, ci sono il potenziamento dei centri intercomunali con sale operative periferiche capillari; la riqualificazione dei piani operativi; lo sviluppo tecnologico per un monitoraggio continuo delle criticità. Esprimendo la sua “gratitudine” al sistema di Protezione civile nazionale, Emiliano ha sottolineato la “volontà” della Regione “di trasformare ogni struttura, all’occorrenza, in una struttura di protezione civile: pensiamo ad esempio – ha detto – al settore dell’urbanistica” che deve prevedere “norme edilizie” per una adeguata pianificazione del territorio.
“La protezione civile – ha concluso – è la materia più politica di tutte perchè politica è costruire il bene comune in prospettiva”. “Ringrazio Emiliano per la sostanza”, ha detto Curcio sottolineando che “di solito di protezione civile si parla a sproposito ma, in questo consesso, ci si mettono la faccia, l’entusiasmo e la competenza tecnica. Il sistema nazionale non può esistere senza collegamenti col territorio. E l’essere presente nei percorsi che il territorio fa, significa crescere”.
Infine Curcio ha sottolineato che confrontarsi “in tempo di tregua”, cioè quando non ci sono emergenze, “è un valore aggiunto” perchè “in tempo di guerra non si ragione mai bene”.(ANSA).