I LeAli a Chiarelli: “Ma allora perchè ti sei candidato con noi?”
11 Aprile 2018Biennale delle Memorie: il ’68 raccontato da Marco Boato e Marcello Veneziani
12 Aprile 2018“Gli stranieri muoiono su una panchina, in un giardino, o in un appartamento dove c’è soltanto una sedia per sedersi. Un tavolo e dei libri. E a volte, al centro del muro, una vecchia foto di famiglia.
Capita che lo straniero muoia nella sala d’attesa di un aeroporto di un Paese lontano. Alcuni sono morti in aereo mentre tornavano dal loro Paese dopo una lunga separazione.
Gli stranieri sono esseri di uno spazio d’essenza. Nessun pianeta li ospita. Neppure le case di argilla o di pietra, ma lo spazio senza limiti. L’aria non è ricordo. Il nutrimento lì è cattivo.
Il gusto dello straniero lì non esiste. Soltanto nella sua immaginazione. E la sera il vino è l’elisir dell’oblio quando arriva l’autunno e le foglie degli alberi cadono in un sacro silenzio, ritmo di un’anima che ha lasciato con calma la sua spoglia. Come una nave che salpa dal porto al tramonto, accompagnata dai gabbiani, in lontananza. Allora le lacrime dello straniero scendono silenziosamente, per una ragione che ignora.”
Così si esprime Jabbar Yassin Hussin, il grande scrittore irakeno che sarà ospite a Martina Franca venerdì 13 aprile 2018 alle ore 18.00 a Palazzo Ducale-Sala degli Uccelli per la XXIII edizione dei “Seminari di marzo” che dai primi anni ’90, su impulso di Giuseppe Goffredo, poeta e scrittore, presente nella serata, si tengono a Martina e nel territorio circostante sui grandi temi del dialogo fra le diverse civiltà del Mediterraneo.
Quest’anno la sua presenza coincide con l’inasprirsi della guerra in Siria, con l’esodo forzato di famiglie, con la distruzione tragicamente rilevante di una popolazione e di tanti bambini innocenti.
L’esilio, la terra e il ritorno sono i motivi conduttori dell’opera letteraria di Jabbar Hussin, per tanto tempo esule a Parigi, lontano dalla sua Bagdad.
A fare gli onori di casa, l’Assessore alle Attività Culturali di Martina Franca, Antonio Scialpi, il quale afferma che “Abbiamo una grande opportunità per riflettere a viva voce e con testimonianze sul campo sulle tragedie delle civiltà mediorientali e della Siria, in particolare, con il contributo di una grande personalità della letteratura mondiale”.
Curerà la traduzione Agnese Trani, docente di lingua e letteratura francese al Tito Livio di Martina.